Trequarti

Estremo: si può dire che è un ruolo romantico, vista la solitudine di cui gode durante le partite. Per lunghi tratti di gara, infatti, l’estremo se ne sta solo, lontano dal gioco e dai compagni. Molti di loro sfruttano questo periodo per darsi ad altre attività, tipo il ricamo o il birdwatching. Ma quando entra in azione, l’estremo (in inglese “Fullback”) è quello che fa le giocate più spettacolari, con lunghi calci ad inseguire la palla e incredibili prese aeree. Ultimo baluardo in difesa, l’estremo deve essere dotato di un ottimo senso della posizione e di un placcaggio micidiale. Il numero che porta sulle spalle è il 15.

Ala: non c’è cosa peggiore del giocare ala in una fredda giornata invernale. Se va bene lo sfortunato viene scongelato dopo la partita con dosi massicce di the caldo e acqua bollente, se va male viene rivenduto al mercato del pesce per permettere alla squadra di pagare il pullman per le trasferte. Le capacità di un’ala (in inglese “wing”) devono essere la velocità, la destrezza e l’abilità nel cogliere al volo quelle poche occasioni a partita che si presentano. I numeri delle alisono l’11 (per l’ala sinistra o “Left-wing”) e il 14 (per l’ala destra o “Right-wing”).

Centro: sono due e portano i numeri 12 e 13. Solitamente il primo è agile, veloce e con un buon piede, praticamente una brutta copia del mediano d’apertura. Il secondo è invece più massiccio e potente, capace di andare oltre la linea difensiva rivale. Altra dote importante del centro è il placcaggio, visto che sono i primi ad arrivare allo scontro con l’avversario in campo aperto. In definitiva, i centri sono la versione adattata alla trequarti delle terze linee ali, solo con meno precedenti penali. In inglese sono chiamati “Inside-centre” il 12 e “Outside-centre” il 13.

Mediani

Mediano d’apertura: il cervello del gioco. Bravo sia con le mani che con i piedi, il mediano d’apertura (in inglese “Fly-half”) detta le tattiche e i tempi della squadra in attacco appena ricevuta la palla. Visione di gioco e calma sono le principali doti richieste, ma per praticare il ruolo sono anche necessarie una altezzosità da lord inglese di epoca vittoriana e una certa propensione a prendersi tutta la gloria in caso di vittoria.

Mediano di mischia: è il più piccolo e il più cattivo. Insomma, la versione rugbistica del chihuahua. In campo ha il numero 9 e in inglese è detto “Scrum-half”. Introduce la palla nelle mischie chiuse e riapre il gioco dopo le fasi statiche. Essendo quindi il giocatore che per primo tocca palla in un’azione d’attacco, deve sviluppare un’astuzia e una coordinazione occhio-mano superiori alla norma se non vuole finire anzi tempo la partita triturato dalle terze linee avversarie.

Avanti

Terzo centro o numero 8: chiamato in inglese semplicemente “Number 8” o “Eightman”, è il giocatore che fa da raccordo tra la mischia e la mediana. Gode di una libertà decisionale maggiore rispetto agli altri giocatori di mischia e solitamente lavora più in coordinazione con il mediano di mischia che con il resto della mischia. Come dargli torto, in fondo, visto che è costretto a mettere la faccia in mezzo ai sederi di gente che ha visto il sapone solo in televisione.

Terza linee ala: detti anche “Flanker” portano i numeri 6 (flanker sinistro o Blinside-Flanker) e 7 (flanker destro o Openside-Flanker). Sono i primi a staccarsi dalla mischia chiusa non appena esce la palla, devono essere abili sia nel gioco aperto insieme ai trequarti che nei punti di incontro ed essere degli ottimi placcatori. Per questo per ricoprire il ruolo vengono fatti evadere di galera i peggiori criminali.

Seconda linea: alti e potenti, hanno il compito di direzionare e dare forza alla spinta della mischia chiusa e di prendere la palla in touch. Portano i numeri 4 e 5 e in inglese sono chiamati “Lock”. A causa della loro posizione in mischia chiusa nel quale devono sopportare l’immane peso delle prime linee sulle spalle, capita spesso che chi aveva cominciato la carriera alto due metri si ritrovi alla fine alto un metro e venti.

Tallonatore: in inglese viene chiamato “Hooker” (dal dizionario Oxford: prostituta) e la cosa negli anni ha dato luogo a numerosi equivoci. Fortunatamente in Italia non si può equivocare affatto, anche se il tallonatore è l’unico che può permettersi di abbracciare i piloni senza rischiare l’ospedale. In campo ha la maglietta numero 2, in mischia cerca di catturare la palla introdotta dal mediano di mischia “tallonandola” e nelle touch è solitamente l’incaricato del lancio della palla nel canale.

Pilone: in campo ci sono due piloni, il pilone sinistro (in inglese Loosehead Prop) e il pilone destro (Tighthead Prop) ed indossano rispettivamente la maglia numero 1 e 3. In mischia, insieme al tallonatore, formano la prima linea. Amanti delle zuffe e del fango, sono riconoscibili per la forma fisica più vicina a quella di un gorilla che a quella di un uomo. Resta tuttora un mistero come sia possibile che siano gli ultimi ad uscire dal campo e i primi a ritrovarsi al terzo tempo con una birra già in mano.